L’ostrica, vera e propria “Regina del mare”, è un mollusco bivalvo dalla conchiglia tondeggiante, ricoperta di lamelle squamose ondulate. È possibile trovarla in tutti i mari d’Europa, a bassa profondità, aggrappata alle rocce o ad altri corpi solidi.
Si tratta di un alimento notevolmente apprezzato nella cucina mediterranea, considerato da sempre molto pregiato. I Greci, ad esempio, la ricercavano non solo per le sue eccellenti qualità dietetiche e per il suo delicato sapore, ma anche perché considerata una pietanza dalle proprietà afrodisiache. Il consumo di ostriche divenne addirittura una moda durante il periodo della Roma Imperiale di Nerone quando i Romani giungevano sino alle coste della Bretagna per assicurarne la presenza nei loro numerosi banchetti. Come allora, anche oggi la Francia rimane una delle principali produttrici di ostriche per uso alimentare.
Ma come si mangiano?
Esistono diverse ricette e diversi modi per cucinare le ostriche: possono essere consumate al vapore, fritte, oppure ripiene, ma per mantenerne intatto il sapore naturale è consigliabile consumarle crude. In questo caso, però, è bene fare molta attenzione ai possibili rischi provocati dai cibi crudi in quanto l’ostrica, al pari di molti altri molluschi bivalvi, è in grado di trattenere sostanze dannose per il nostro organismo. Per questo è sempre necessario affidarsi a venditori esperti come Globalpesca.
Quando si mangiano?
Il periodo migliore per consumare ostriche va da settembre ad aprile, durante i mesi più freddi.
Ostriche piatte e ostriche concave
Le ostriche piatte hanno una forma rotondeggiante e possono misurare al massimo 10 cm. Dal punto di vista gastronomico, le ostriche piatte sono quelle più pregiate, grazie al loro sapore intenso ma allo stesso tempo delicato. Sui nostri mercati possiamo trovare principalmente la Bèlon, una varietà di ostrica dalla carne bianca che prende il nome dall’omonimo fiume francese e che vive nei luoghi dove l’acqua di mare si mescola con quella dolce della foce del fiume.
Le ostriche concave sono molto più diffuse perché crescono a un ritmo più veloce rispetto alle piatte e con meno difficoltà, di conseguenza è più semplice trovarle sul mercato. Rispetto alle ostriche piatte possiedono un sapore più marcato e una salinità spiccata. Tra queste la più diffusa è la Fine de Claire.
Come vengono allevate?
L’allevamento di ostriche è un’arte antica risalente al tempo degli antichi romani ed è una tecnica dipendente dai ritmi e dai processi della natura.
Lungo la costa atlantica europea, le ostriche concave vengono allevate prevalentemente in mare, mentre nel Mar Mediterraneo vengono allevate in laguna.
La tecnica naturale di allevamento ha inizio con la fase di captazione: l’ostricoltore prepara dei collettori dove le ostriche, ancora allo stadio embrionale, tenderanno ad attaccarsi trovando un supporto su cui crescere. Una volta raggiunti i 18 mesi di età, le piccole ostriche vengono trasportate nei parchi d’allevamento veri e propri, dove vengono inserite in apposite retine di plastica e posizionate in aree sottoposte alla risacca marina.
Una volta smistate, le ostriche vengono affinate in base alla zona di provenienza e infine lasciate a spurgare, in maniera tale da eliminare ogni eventuale batterio.
Le ostriche producono perle: com’è possibile?
Alcune specie di ostriche, in particolare quelle che vivono in mari orientali, producono al loro interno delle preziose perle naturali; ma come è possibile?
Quando un’ostrica entra in contatto con un agente esterno, ad esempio un parassita, essa intrappola la minaccia all’interno di una sostanza cristallina che prende il nome di madreperla. Tale sostanza viene prodotta continuamente finché il corpo estraneo resta intrappolato; questo procedimento, a distanza di anni, crea una vera e propria perla naturale!