La storia dei vini di Elisabetta Abrami inizia a Provaglio d’Iseo, un piccolo laborioso comune in Franciacorta (provincia di Brescia), situato ai piedi del monte Cognolo e rinfrescato dal lago d’Iseo.
Proprio su questo territorio Elisabetta è stata folgorata dalla possibilità di realizzare il suo sogno: fare il proprio vino.
Complice il suo passato nel settore manifatturiero, Elisabetta porta con sè la profonda convinzione verso l’eccellenza, raggiungibile solamente attraverso il completo controllo della filiera produttiva, dal vigneto alla cantina.
Da qui nasce la necessità di una selezione meticolosa ed accurata dei luoghi dove far crescere le viti e la necessità di una scelta meticolosa dei vitigni.
Ad ogni tipologia di suolo il suo vigneto.
E’ proprio in vigna che nasce il miglior vino: la sapiente selezione clonale, la densità dei ceppi per ettaro, la raccolta manuale dei grappoli al giusto grado di maturazione, la bassa produzione per ceppo ed una grande attenzione al rispetto per l’ambiente.
Fare agricoltura biologica diventa quindi un passo naturale che si unisce alla consapevolezza di fare bene al proprio territorio.
Nel sogno, oggi realtà, di Elisabetta il filo conduttore è stato proprio realizzare un vino Franciacorta che fosse naturale e biologico.
Viticoltura biologica significa non alterare la vita della vite nella campagna, operando solo con sostanze che si trovano in natura o tratte da processi semplici.
Non si tratta di un punto di arrivo, ma è un percorso in continua evoluzione e costante miglioramento.
1. Prevenzione
Garantendo la biodiversità, la vite può crescere in un suolo ricco di vita costruendo una maggiore resistenza alle malattie.
Lasciando crescere l’erba tra i filari si sviluppa un microclima che permette a molte specie di insetti di contrastare la proliferazione dei parassiti.
2. Nutrimento
Con l’ausilio di batteri benefici, la vite può nutrirsi in modo naturale delle sostanze minerali presenti nel suolo.
3. Difesa
I trattamenti contro i parassiti vengono effettuati solo con zolfo e rame nelle loro composizioni più semplici; contro insetti nocivi si utilizzano esclusivamente derivati naturali da piante o batteri.
4. Catena del Freddo
Lavorando in cantina con temperature rigorosamente basse, si assicura un controllo più attento dell’evoluzione del vino e del mosto, eliminando l’utilizzo di prodotti chimici.
Adattarsi all’orologio della natura costa fatica e numerosi interventi sul campo, ma permette di portare alla luce un vino frutto della terra e della passione vera.
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