Negli ultimi anni, in Italia e nel mondo, si è assistito a un cambio delle abitudini alimentari di una larga fetta della popolazione; tra le filosofie alimentari più diffuse vi è sicuramente quella del vegetarianismo, termine che designa diverse pratiche alimentari promotrici della riduzione dei consumi, o della loro completa eliminazione, dei prodotti di origine animale.
Le pratiche alimentari vegetariane sono molteplici e differenti tra loro; si va dall’esclusione dalla dieta di carne e pesce, ammettendo il consumo di uova, latte e derivati (latto-ovo-vegetarianismo), fino all’esclusione totale degli alimenti di origine animale (veganismo).
Le motivazioni alla base di queste scelte alimentari sono varie, di tipo etico, religioso o salutistico. Secondo l’ultima indagine Eurispes, la maggior parte dei vegani e dei vegetariani, soprattutto uomini e over 65, ha fatto questa scelta per motivi di salute (38,5%), mentre uno su cinque, in particolare donne e giovani, lo ha fatto per il benessere degli animali. Meno del 4% dichiara di aver aderito a questi modelli alimentari per salvaguardare l’ambiente.
Solo nel nostro paese sono circa 1.800.000 le persone che hanno optato per una dieta vegana nel corso del 2017, ma sono notevoli le oscillazioni periodiche di questo dato; spesso, infatti, tali scelte alimentari hanno carattere transitorio con un’alternanza da parte dei soggetti coinvolti tra periodi vegetariani e vegani. In questa fascia di consumatori, inoltre, vi è chi occasionalmente si sposta verso regimi alimentari più restrittivi, come il crudismo, o anche chi, dopo aver abbracciato per un po’ di tempo lo stile di vita veg, torna a una dieta onnivora.
In linea generale, i dati mostrano una tendenza alla diminuzione del consumo di prodotti di origine animale: – 5,8% per le carni rosse e suine, – 5,3% per i salumi, – 3,2% per i formaggi.
Quali sono i vantaggi di una dieta vegetariana?
Frutta, verdura e legumi sono un’ottima fonte di nutrienti come vitamine, minerali e antiossidanti in grado di contrastare i radicali liberi. Inoltre, la buona percentuale di fibre contenuta negli alimenti di origine vegetale favorisce il transito intestinale diminuendo il tempo di contatto delle sostanze di rifiuto con le mucose, azione che sembrerebbe essere protettiva verso l’insorgenza di tumori del tratto intestinale. Ridurre il consumo di alimenti di origine animale, infine, riduce l’apporto di grassi saturi e di colesterolo, principali responsabili di patologie cardiovascolari, ipertensione e obesità.
Ci sono però anche degli svantaggi: se non gestite correttamente, queste diete possono essere causa di carenze nutrizionali.
Gli amminoacidi essenziali, cioè quegli amminoacidi che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare e che pertanto vanno introdotti attraverso l’alimentazione, sono contenuti in quantitativo sufficiente unicamente in cibi di origine animale. E’ necessario, quindi, abbinare correttamente gli alimenti di origine vegetale, tenendo in considerazione il loro contenuto proteico, al fine di sopperire a questa naturale carenza.
A rischio sono anche l’apporto di vitamine del gruppo B, in particolare la B12, oltre che quello di acidi grassi Omega 3. Un’attenzione particolare, infine, va ai minerali come ferro, calcio e zinco.