La pizza è uno dei cibi preferiti dagli italiani e, insieme alla pasta asciutta, è uno dei piatti più rappresentativi della nostra cucina.
Per celebrarla vi è addirittura un campionato del mondo, Pizza Senza Frontiere, che quest’anno si terrà a Rimini dal 19 al 22 febbraio.
La storia di questa meraviglia gastronomica è molto antica: si hanno sue notizie già a partire dalla fine del Cinquecento, anche se la prima vera “unione” tra pane e pomodoro avviene nel Settecento nell’allora Regno di Napoli.
La pizza a Napoli fu popolarissima e conquistò da subito i sovrani di Casa Savoia, tant’è che la famosa pizza margherita fu dedicata dal pizzaiolo Raffaele Esposito, nel 1889, alla Regina Margherita.
Oggi la pizza è famosa in tutto il mondo, ma già a partire dalla seconda metà del Novecento ha subito diverse evoluzioni, cambiando volto a seconda della zona geografica di riferimento.
Non solo pizza napoletana, quindi! Le varianti di questa eccellenza tutta italiana sono molteplici:
- Pizza classica: tonda al piatto, cucinata direttamente sulla platea del forno
- Pizza napoletana contemporanea: pizza napoletana o in stile napoletano con un’idratazione superiore al 60% realizzata attraverso la cottura nel forno a legna ad una temperatura di circa 350°/380°
- Pizza in teglia: dal sapore casalingo e alla portata di tutti, non necessita della cottura in forno a legna
- Pizza al metro: dall’impasto soffice e morbido tipo napoletano con lunghezza di almeno 50 cm
- Pizza fritta: calzone ripieno o pizza fritta, poi ripassata al forno, che si presenta con un aspetto dorato e lucente.
- Pizza dessert: una pizza al piatto con impasto dolce o salato al quale viene abbinato un topping dolce o della frutta
E se a Napoli la pizza è tonda con una pasta morbida dai bordi alti e il suo impasto è costituito solamente da acqua, farina, lievito e sale, la pizza romana è tonda con la pasta molto sottile e croccante, l’impasto viene prodotto con farina di grano tenero di tipo 00 o 0, acqua, lievito di birra, olio d’oliva e sale in proporzioni tali da rendere l’impasto duro e consistente, tanto da rendere necessaria la stesura tramite il mattarello.
Un caso particolare è quello della Sicilia: nel palermitano è diffuso lo sfinciuni, focaccia morbida con pangrattato, cipolla, caciocavallo e conserva di pomodoro essiccata al sole. A Catania si trova la pizza siciliana, un calzone fritto a pasta morbida con ripieno di formaggio, funghi porcini e altri ingredienti. In provincia di Siracusa si può gustare il pizzòlu, una sorta di pizza tonda farcita. In provincia di Messina vi è la tipica focaccia alla messinese, che viene preparata in teglia con verdure, formaggio, pomodoro e acciughe salate.
Ma quali sono le migliori farine per preparare una deliziosa pizza?
Una farina adatta dovrà essere abbastanza forte, per donare all’impasto leggerezza e elasticità.
Le farine migliori sono quindi di grano tenero forti, cioè con un alto indice proteico in grado di avviare il processo di formazione del glutine; come la farina 0 e in particolare la Manitoba.
Per la pizza in teglia buoni risultati si ottengono anche con la farina tipo 00.
Un altro segreto? Una lunga lievitazione, con un rimpasto dopo il primo raddoppio di volume, garantiscono un pizza da leccarsi i baffi!
Insomma, che sia napoletana, classica, in teglia o fritta, la pizza – nominata dall’Unesco patrimonio dell’umanità dal 2017 – ci rende orgogliosi più che mai di essere Italiani.
Per ogni dubbio o informazioni sugli ingredienti da usare, chiedi al tuo agente.
Buona Pizza a tutti da Globalpesca!